Il termine “Battesimo” deriva dal verbo greco “βαπτίςειν/baptizein” che vuol dire “immergere”. Infatti, il rito originale del Battesimo prevede un' immersione nell’acqua. Mediante il Battesimo, che Gesù ha affidato alla Chiesa come sacramento base, una persona viene “immersa” nella vita stessa di Dio, cioè nell'amore di Dio. Chi viene battezzato diventa “figlio/a di Dio”, che significa: essere amato/a da Dio in modo totale, accolto/a da Dio, unito/a a Dio. Poi il Battesimo significa: morire con Cristo ed essere sepolti con lui; l’“uomo vecchio” che è ancora lontano da Dio, muore e viene sepolto nella tomba dell’acqua, per poi risorgere con Cristo a vita nuova. Con il Battesimo una persona viene inserita nella comunità della Chiesa e, più precisamente, in una concreta comunità/parrocchia.
Che cosa bisogna fare, se… i genitori vogliono far battezzare un bambino?
Normalmente i bambini neonati vengono portati al Battesimo qualche settimana dopo la nascita. Per poter battezzare un bambino è assolutamente necessario che i genitori siano credenti e disposti ad educarlo nella fede cristiana. Qualora questi presupposti non fossero garantiti, sarebbe giusto differire il Battesimo a più tardi – quando la situazione sarà cambiata – oppure fino a quando il bambino sarà cresciuto e in grado di prendere una sua decisione personale.
Il Battesimo viene celebrato di domenica, giorno della ressurezione del Signore. Nella nostra Parrocchia si celebra nell’ultima domenica di ogni mese (fuorché nel tempo di Quaresima). Si prega di attenersi a questa regola. La celebrazione del Battesimo è una festa della comunità parrocchiale e non solo della famiglia. Se dei genitori vogliono far battezzare un bambino, lo comunichino almeno due settimane prima al parroco. È necessaria una adeguata preparazione dei genitori, specialmente se si tratta del primo figlio/della prima figlia.
Il significato originale di “Eucaristia” (dal greco: ευχαρίστειν – ringraziare) è “rendimento di grazie”. Le persone che appartengono a Cristo mediante il Battesimo, si incontrano la domenica, nel giorno del Signore, per rendere grazie del dono della salvezza. Celebrano il ricordo della morte e della ressurezione del Signore, così come Gesù aveva già celebrato questo mistero – in anticipo – durante la sua ultima cena. Nella celebrazione della Santa Eucaristia questo mistero (che vuol dire: azione sacra) viene reso presente nell’oggi in modo “efficace”, cioè diventa fonte di quella salvezza che Gesù ha operato per noi. Nel banchetto eucaristico si realizza, attraverso i segni sacramentali del pane e del vino, quella intima unione (“comunione”) che ha avuto inizio nel Battesimo. E, in pari tempo, viene rafforzata quella unione, o comunione, con i fratelli/le sorelle, che deve caratterizzare ogni comunità cristiana e che si manifesta in opere di carità nel quotidiano.
Che cosa fare, se… i genitori intendono far fare a un figlio/una figlia la Prima Comunione?
Nella nostra comunità parrocchiale i fanciulli possono (non devono!) accostarsi alla Prima Comunione con 8 anni (età della seconda elementare). Devono partecipare agli incontri di catechesi.
... una persona ammalata vuole ricevere la S. Comunione a casa sua?
Alle persone che, a causa di malattia o di età avanzata, non possono partecipare alla celebrazione in chiesa, viene portata la S. Comunione a casa. Di regola il primo venerdì di ogni mese, ma pure –se richiesto – in occasioni particolari (p. es. compleanno, ricorrenze familiari...). Chi desidera ricevere la S. Comunione a casa lo comunichi in Parrocchia. Si preparino, su di un tavolo, un crocifisso e uno o più ceri e l’acqua santa.
Gesù, nella Pasqua della sua resurrezione ci ha fatto un dono grande e del tutto speciale: ci ha donato il sacramento del perdono. In questo sacramento il credente può sperimentare in modo forte l’amore infinito e la grande misericordia del Padre. Noi non dobbiamo e non possiamo liberarci con le nostre forze dal peccato. Allora ci lasciamo perdonare dal Signore. Il perdono lo possiamo certamente anche ottenere attraverso il pentimento, la preghiera, le opere di carità, ma come il Padre ha affidato l’opera della salvezza al Figlio, così si realizza anche la riconciliazione con il Padre e con i fratelli attraverso Cristo e la sua Chiesa. A questo scopo ha istituito questo sacramento.
Che cosa fare, se… si desidera andare a confessarsi?
Viene data occasione per confessarsi al sabato dale ore 15.00 alle 16.00 e mezz’ora prima delle messe di sabato e domenica.
“Cresima” significa unzione con il sacro crisma; “confermazione” significa essere resi forti dallo Spirito Santo. Ciò che è avvenuto nel Battesimo, cioè l’essere in Cristo e l’inserimento nella comunità della Chiesa, viene riconfermato con nuovo vigore nel sacramento della Cresima. In questo sacramento il Signore dona, a chi è stato battezzato, il suo Santo Spirito, affinché sia in grado di vivere la sua fede con maggiore consapevolezza e possa dare un contributo più efficace per la realizzazione del Regno di Dio nel mondo.
Che cosa fare, se… una persona battezzata vuole ricevere il sacramento della Cresima?
Nella nostra comunità parrocchiale possono ricevere il sacramento della Cresima i ragazzi/le ragazze all’età di 12-14 anni. Devono frequentare il corso di preparazione.
Come ci raccontano i vangeli, Gesù aveva un’attenzione del tutto particolare per le persone ammalate, disabili e sofferenti. Ne ha guariti molti e ha così dato prova di essere il “Salvatore”. La Chiesa ha accolto la premura del Signore per gli ammalati e ha messo in atto la raccomandazione dell’apostolo Giacomo nella sua lettera, di chiamare i presbiteri perché ungano gli ammalati con olio e preghino per loro. Non sempre la guarigione fisica avviene, ma questa non è nemmeno la più importante. Guarigione spirituale, forza e pazienza nel sopportare il male, fiducia e capacità nel seguire il Cristo sofferente sono atteggiamenti di salvezza, di vera “salute”. E sono pure presupposti per un maggiore benessere fisico.
Che cosa fare, se… qualcuno è seriamente ammalato?
È un atto di carità cristiana chiamare un sacerdote che amministra al malato il sacramento dell’unzione, anche se non è in pericolo di vita. Non è il sacramento dei moribondi; il nome antiquato di “estrema unzione” è sbagliato. Se una persona però è in punto di morte è bene chiamare il sacerdote perchè amministri al malato questo sacramento e, se ancora possibile, il viatico, cioè la comunione.
Nella nostra Comunità Parrocchiale si celebra, una volta all’anno, e cioè nella domenica della “Caritas”, questo sacramento per tutti coloro che a causa dell’età avanzata o di malattia cronica non si sentono in buona salute fisica o psichica.
Cristo, il Signore, ha elevato l’unione matrimoniale tra l’uomo e la donna, che in virtù del Battesimo partecipano alla sua stessa vita e sono inseriti nella comunità cristiana, alla dignità di sacramento, cioè ad essere un segno di salvezza, prima di tutto per la coppia stessa, perché possa realizzare un cammino di felicità nella consapevolezza di essere accompagnati dall’amore del Padre. Salvezza, però, anche per la società umana; trasmettere la vita ed educare bene i figli hanno un valore inestimabile per l’umana società e per la comunità cristiana.
Che cosa fare, se… una coppia vuole celebrare il sacramento del matrimonio?
Gli sposi vengono invitati a partecipare ad un corso di preparazione al matrimonio, per conoscere l’insegnamento della Chiesa e per aprofondire la propria fede.
Per poter procedere alle pubblicazioni, necessarie sia per la Chiesa come per l’anagrafe civile, la coppia si rivolga – circa due mesi prima delle nozze – al parroco della Parrocchia, dove uno degli sposi o ambedue, hanno la residenza e otteranno le informazioni necessarie. La celebrazione del sacramento dev’essere preparata bene. Non sono necessari sfarzo e grandi spese; bisogna trovare anche forme di nozze semplici e sobrie.
… una coppia che vive in una situazione ecclesialmente irregolare (matrimonio civile, convivenza…) volesse contrarre un matrimonio sacramentale?
Ci si può rivolgere al parroco oppure all'Ufficio Matrimoni presso la Curia Vescovile (Bolzano, Piazza Duomo 2 – tel. 0471 306374)
La chiesa accompagna i suoi fedeli lungo la strada della loro vita fino alla morte. Morire per il cristiano non è un cadere nel nulla, ma significa varcare una soglia, aldilà della quale si trova la vita, una nuova vita. Perciò i riti cristiani dei funerali sono sempre incentrati alla speranza nella risurrezione con Cristo.
Che cosa fare, se… una persona sta per morire?
È bene chiamare un sacerdote, che dà al moribondo il “viatico”, cioè la S. Comunione, se è in grado di riceverla e l’unzione degli infermi, se non l’ha ricevuta già prima. Inoltre il sacerdote dà al moribondo l’assoluzione sacramentale e l’indulgenza plenaria. Al momento del trapasso, oppure se è già morto, recita la “preghiera di raccomandazione”.
… qualcuno è morto?
I familiari, riuniti attorno al letto di morte, accompagnino il momento del decesso con la preghiera. Si è mantenuta, da noi, la bella usanza di comunicare l’avvenuto decesso ai vicini di casa, i quali proprio in questo momento si fanno “vicini” alla famiglia, svolgendo, se necessario, qualche servizio o attenzione utile. Venga avvisato anche il parroco o il sagrestano che suonerà la campana dell’agonia.
… per allestire la “camera ardente” e la veglia funebre?
Normalmente la salma viene portata nella cappella mortuaria; tuttavia è anche possibile tenerla in casa. L’impresa funebre organizza tutto. Il S. Rosario viene recitato, se la salma si trova nella cappella o se non è ancora giunta dall’ospedale, alle ore 20.00 in chiesa, estate e inverno. Se la salma si trova a casa, il S. Rosario viene recitato lì.
… per celebrare i funerali?
Ci si metta d’accordo con il parroco per quanto riguarda la parte musicale, le letture (che possono, essere scelte e lette dai familiari o da qualcun'altro) e la celebrazione stessa. Anche le preghiere dei fedeli siano possibilmente compilate e lette dai familiari, parenti o amici. I funerali vengono celebrati alle ore 14.30 con partenza dalla cappella mortuaria, oppure dal luogo dell’accoglienza della salma.
Le benedizioni sono celebrazioni o rituali con i quali si invocano la protezione e l’aiuto di Dio su persone (p. es. famiglie, bambini, ammalati…), su strutture (p. es. abitazioni, edifici…) o su oggetti, specialmente oggetti di devozione (crocifissi, statue della Madonna ecc.). Inoltre, con le benedizioni si vuole esprimere la propria gratitudine a Dio per tutto ciò che egli ci dona.
Che cosa fare, se… si vuole far benedire qualcosa o qualcuno?
Chiamare un sacerdote o un diacono.